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DI TUTTA L’ERBA UN FASCIO DI REVERSIBILITA’

scritto dalla Redazione de Il Satirico

Non si ha il coraggio di colpire ed eliminare direttamente alcuni “spregevoli privilegi“? O così facendo, si può in un sol colpo, estirpare definitivamente, un noto malcostume della casta politica (senza avere ritorsioni e rivendicazioni..) e nel contempo risparmiare milioni o miliardi di euro sulla pelle di tanta altra gente che già paga il conto salato dei buchi dello stato? Due piccioni con una fava? Mal comune mezzo gaudio! Bel colpo! Complimenti! Da diverso tempo, oramai, è venuta a galla la vicenda “vergognosa” dei vitalizi che vengono pagati da sempre, in alcuni casi da quasi mezzo secolo, a parenti di ex consiglieri regionali, onorevoli e senatori, politici di ogni genere e grado che anche per se pur pochi anni, hanno svolto il “lavoro” di politico in Italia; maturando però così, un vitalizio perenne, duraturo nel tempo e reversibile, esigibile dai rispettivi parenti incapaci di sostenersi economicamente e con “indecenti” (forse più per il coraggio di godere di tale privilegio) condizioni di vita, mogli nullafacenti, fratelli o sorelle senza reddito, figli inoccupati e via dicendo…. Un “diritto-privilegio” maturato, in molti casi, con pochi anni di esercizio politico e non certo dopo 40 anni e oltre di regolari contributi da lavoro.. Bene, questo è un aspetto. INPS-adempimentiL’altro aspetto, che invece è sul tavolo della discussione in questi giorni, è diverso, (quello delle “normali” pensioni di reversibilità..) ma per alcuni versi forse lo stesso, il problema è che tocca la maggior parte delle persone “vere” che, invece, questo diritto lo hanno realmente guadagnato sulla “pelle” dei propri cari (è il caso di dire), marito, padre, che ha lavorato per anni e anni, e che, con i suoi contributi ha garantito dopo la sua dipartita, una base economica alla sua famiglia.  Il nodo è sul fatto di voler far divenire l’attuale pensione di reversibilità, una prestazione assistenziale. Ciò porterebbe molte persone sotto la ghigliottina dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE), che analizza e mette in conto, tutte le altre fonti di ricchezza, come ad esempio, il patrimonio immobiliare del nucleo familiare. Si rischierebbe che il possesso di un piccolo immobile (unico) o anche un box auto, potrebbe far superare la soglia Isee e far saltare la pensione a persone che invece proprio per le due realtà, pensione di reversibilità e piccola proprietà, vivevano decentemente. Nel mancare una delle due, cadrebbero in povertà; altro che contrasto alla povertà. Questo meccanismo è invece, (o sarebbe), molto valido, per tutte le “vecchie volpi” che da anni usufruiscono di tale reversibilità (come molti parenti di ex politici) che hanno ingenti proprietà immobiliari e altri fonti finanziarie, ma chissà come mai, questa riforma, se attuata, non sarà retroattiva e quindi non potrà toccare questi individui… (proprio quelli che invece dovrebbero essere coinvolti da riforme del genere).
Insomma si rischierebbe di colpire alcuni deboli che si trovano al limite e farli diventare di colpo poveri; non danneggerebbe certo, coloro i quali che hanno già un certo benessere economico, la privazione, appunto, di questa pensione.. porterebbe solo a privarsi di qualche sfizio o vizio, non certo la sopravvivenza (e tutto ciò, in relazione del tenore di vita acquisito).. Vero è che così, con l’Isee, la valutazione della ricchezza risulterebbe più oculata e precisa oltre che più equa, e anche se, secondo alcune ultime dichiarazioni dei ministri coinvolti in questa nuova proposta di legge, questa modifica, investirebbe le nuove pensioni di reversibilità e non quelle già esistenti, sorge, quindi, un dubbio:
è giusto creare, anche in questo caso, due realtà, completamente diverse, una che continuerà a godere di “vecchi vantaggi” e “privilegi” (e questo è il peggio) e un’altra che invece dovrà rendicontare tutto fino all’ultimo centesimo… (questo è giusto, ma…), come per le nuove pensioni da lavoro che coinvolge le attuali generazioni, le quali andranno (come è risaputo), più tardi in pensione e con molto meno soldi..? Giusto, sicuramente, è il fatto di regolamentare e riformare alcuni ambiti e aspetti previdenziali e pensionistici alquanto lacunosi e onerosi, ma non è giusto creare due mondi, uno di serie A e un altro di serie B e spaccare due generazioni… mantenendo però diritti e privilegi a chi ne ha goduto fino ad ora, in molti casi senza averne realmente e contabilmente i requisiti che invece si richiedono oggi, ma solo per il fatto che esistevano leggi che lo permettevano, privando però, ora, gli stessi diritti a tanti che di fatto li hanno guadagnati realmente. Da un eccesso si va ad un altro?! Di tutta l’erba un fascio o mal comune mezzo gaudio?

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